DESIGNAZIONE DEL COMITATO CITTADINO

domenica 28 febbraio 2010

Ecco come vengono spesi i soldi per le scuole a Brescia..........

Quelle spese per la scuola di dialetto
Ore: 10:29
domenica, 21 febbraio 2010
Nutro rispetto per il dialetto bresciano ed è certamente meritoria l'opera del signor Ugo Pasqui, il quale ha compilato un abbecedario del nostro dialetto, intitolato «Mígole de dialét. Per i s-cécc de la Scöla Primaria». Ció che invece mi lascia perplesso è la volontá del Comune di Brescia e dell'Ufficio Scolastico Provinciale di impegnare risorse pubbliche per dotare le scuole per l'infanzia e primarie di esemplari della suddetta opera. Mi pare che proprio non si riesca a vedere che di ben altro ha bisogno la scuola pubblica.
Giudico quantomeno inopportuno il fatto che siano stati spesi denari pubblici per finanziare tale progetto, che prevede un sussidiario di dialetto associato ad un progetto teatrale, proprio nel momento in cui il normale svolgimento dell'attività didattica nella scuola pubblica viene impedito dall'impossibilità di nomina di supplenti per mancanza di copertura economica.
Il Ministero ha imposto il blocco degli acquisti di materiale didattico, di cancelleria e dei sussidi necessari al mantenimento dell'igiene all'interno delle scuole. L'attività amministrativa è alla paralisi per il mancato rinnovo dei contratti dovuto alla totale mancanza di fondi, anche dei fondi diretti alla manutenzione delle infrastrutture necessarie al normale funzionamento delle attività.
La scuola pubblica subisce la sospensione delle attività progettuali approvate dagli organi collegiali sempre a causa del venir meno della necessaria copertura finanziaria. La nostra è una scuola alle prese con un sempre crescente numero di stranieri da alfabetizzare ed un sempre minor numero di insegnanti preposti; è alle prese con un sempre minor numero di progetti di alfabetizzazione finanziati e con un numero di ore da dedicare all'integrazione degli stranieri in costante calo.
La nostra scuola pubblica di tutto ha bisogno, tranne che di accogliere l'invito di insegnare anche il dialetto, oltre alle altre dieci-dodici materie presenti nel piano di studi della scuola dell'obbligo; scuola che, con l'entrata a regime della Riforma Gelmini, vede sempre meno ore di lezione curricolari e un sempre minore numero di insegnanti.
Emanuele Formosa
Brescia

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