DESIGNAZIONE DEL COMITATO CITTADINO

martedì 30 marzo 2010

UNA BUONA NOTIZIA !

Se decidiamo di pagare il contributo volontario almeno detraiamolo dalle tasse !!

Da due anni a questa parte - in conseguenza del decreto Bersani - è possibile detrarre le donazioni - letteralmente, "le erogazioni liberali" agli istituti scolastici - nella dichiarazione dei redditi nella misura del 19% (nel rigo E19, codice 31).






Entrata in vigore  nel 2008  una norma sfuggita ai più che permette di detrarre dalla denuncia dei redditi (al 19%) quei contributi aggiuntivi alle tasse scolastiche che quasi tutte scuole chiedono, definiti "volontari" ma di fatto obbligatori


(21 marzo 2008)





Catalogata con il codice 31 e assai poco pubblicizzata, esordisce quest'anno una nuova detrazione del 19%, quella per le “erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado”. Una dicitura che così com'è può lasciare indifferenti e far pensare che in realtà saranno molto pochi ad approfittare di questa nuova opportunità di risparmio dalle tasse. E invece questa conclusione è un errore: da quest'anno, infatti, diventa possibile detrarre il 19% di tutti quei cosiddetti “contributi volontari” che gli istituti scolastici, soprattutto le scuole superiori, chiedono ai genitori al momento dell'iscrizione alle varie classi.



Le spese per laboratori e iniziative didattiche – Chiunque abbia figli dalle medie in su, si è trovato tra le mani, oltre ai moduli per l'iscrizione, anche i bollettini per il pagamento dei contributi a favore della scuola, giustificate con la copertura dei costi necessari per le spese per il laboratorio di scienze e per quello linguistico, per le iniziative di teatro, la biblioteca multimediale, internet ecc. E più la scuola ha un nome prestigioso più il bollettino è salato. Un contributo garbatamente richiesto a titolo volontario, ma al quale di fatto non ci si può sottrarre. Nella media si viaggia intorno ai 75 euro, con punte, però, che superano anche i 100. Insomma una vera e propria tassa da pagare anno dopo anno e figlio per figlio, con la ricevuta da presentare al momento dell'iscrizione alla classe successiva. E di fronte ad un sistema che non prevede tasse d'iscrizione fino al quarto anno, dato che fino a 16 anni si tratta di scuola dell'obbligo, il contributo richiesto dai singoli istituti è sempre stato versato con scarso entusiasmo. Ora però per questa “tassa” si può avere, seppure in minima parte, una sorta di rimborso sotto forma di detrazione d'imposta.



Quali spese danno diritto all'agevolazione – Le norme in vigore precisano, infatti, quali sono le “erogazioni liberali” che danno diritto alla detrazione del 19%: quelle "a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, statali e paritari senza scopo di lucro appartenenti al sistema nazionale di istruzione, finalizzate all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e all'ampliamento dell'offerta formativa".

Edilizia a parte, si tratta proprio delle voci di spesa che vengono utilizzate dagli istituti per giustificare il pagamento dei contributi volontari-obbligatori. Detrazione ammessa, quindi, a patto che “il versamento di tali erogazioni sia eseguito tramite banca o ufficio postale”. Nessun dubbio, quindi, sul fatto che si abbia diritto all'agevolazione fiscale, a patto di ritrovare le ricevute dei pagamenti del 2007 o di richiederne una copia alla scuola.



da" il sole 24ore "









Un contributo "volontario" ormai sempre più conosciuto dalle famiglie italiane con figli in età scolare. Lo annuncia, solitamente, un bollettino che viene consegnato alle famiglie nel momento in cui queste devono iscrivere i ragazzi all'anno scolastico successivo. La richiesta, sempre più pressante, delle scuole, è quella di soldi per attività extracurriculari, che di fatto rivestono un'importanza sempre maggiore nelle attività dell'anno scolastico e di cui è sempre più difficile fare a meno.



Un contributo "tappabuchi"

Laboratori, corsi di recupero e consolidamento, pagamenti di insegnanti aggiunti a completamento dell'offerta formativa: è amplissima la gamma di utilizzo di un contributo economico che viene adoperato dalle scuole come "tappabuchi" per le risorse che il Ministero non è più in grado di mettere a disposizione, dopo l'ultima manovra finanziaria che ha portato consistenti tagli al bilancio dell'istruzione.



Gli ambiti

La legge prevede che i contributi vadano a implementare l'innovazione tecnologica, l'edilizia scolastica e l'ampliamento dell'offerta formativa: di fatto il confine tra ciò che è realmente sovvenzionato con i soldi che le famiglie "donano" alle scuole è piuttosto labile e concretamente gli istituti scolastici tendono a utilizzare le risorse dove meglio credono (dalla carta per le fotocopie al funzionamento dei laboratori, ai computer).






Erogazione esclusivamente volontaria

Il contributo - è bene ribadirlo - è volontario, e non può essere imposto dalle scuole, nè può avere come effetto discriminazioni sugli allievi all'atto dell'iscrizione o nel corso degli studi. Da ricordare anche che la scuola pubblica è gratuita fino all'età dell'obbligo (16 anni): le tasse scolastiche (6,04€ per l'iscrizione e 15,13€ per la frequenza) debbono quindi essere corrisposte per il quarto e il quinto anno delle scuole superiori.



Le pressioni delle scuole sulle famiglie

«In verità - rileva Silvia Landi, responsabile scuola di Adiconsum - molte famiglie subiscono vere e proprie pressioni dalle scuole per i contributi volontari. Spesso, addirittura, la volontarietà del contributo non viene nemmeno segnalata alle famiglie, che vengono così tratte in inganno credendo che si tratti di una vera e propria tassa scolastica», che oscilla - a seconda delle situazioni e delle scuole - dai 30-40 ai 300-400 euro.



La posizione del ministero della Pubblica Istruzione

Chiarissimo è anche il ministero della Pubblica Istruzione che, sul suo sito, riporta: «In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità , non è consentito imporre tasse o richiedere contributi obbligatori alle famiglie di qualsiasi genere o natura per l'espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all'assolvimento dell'obbligo scolastico fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, ect). Eventuali contributi per l'arricchimento dell'offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria». Poi le scuole, nella loro autonomia, cercheranno di ottenere il più possibile dalle famiglie per incrementare il bilancio e l'offerta. Nella loro libertà i genitori potranno scegliere se aderire o no. «L'importante è la trasparenza nell'utilizzo delle risorse e la chiarezza nelle motivazioni da parte delle scuole», precisa ancora Landi dell'Adiconsum.

Alle famiglie - e solo ad esse - il compito di decidere (ed eventualmente di detrarre).



14 aprile 2009





Il modello 730 in pillole

novità e precisazioni sulla dichiarazione dei redditi dei lavoratori dipendenti

Spese di istruzione detraibili nella dichiarazione dei redditi

3 aprile 2009

Tra gli oneri detrabili è bene ricordare che le spese di istruzione secondaria, universitaria e di specializzazione sono detraibili sia che l’istituto scolastico sia pubblico o privato, e vanno indicate nel rigo E13.

Ma se, per quanto concerne gli istituti statali, non esiste limite massimo alla detrazione, per le tasse universitarie di istituti non statali, detto limite è commisurato a quanto stabilito per le tasse ed i contributi degli equivalenti istituti statali.

[aggiormento 05.05.2009] Allo stesso modo, per quanto riguarda le università straniere, la detrazione è consentita nei limiti della spesa prevista per corsi similari presso le università italiane.



e ancora...

Catalogata con il codice 31 e assai poco pubblicizzata, la detrazione è del 19% ed quella per le erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado.

A pensarci bene, con un’analisi un po’ più approfondita, non saranno in pochi ad approfittare di questa nuova opportunità di risparmio dalle tasse. Perché da quest’anno, infatti, diventa possibile detrarre il 19% di tutti quei cosiddetti volontari che gli istituti scolastici, soprattutto le scuole superiori, chiedono ai genitori al momento dell’iscrizione alle varie classi. E quindi riguarda tutte le spese per laboratori e iniziative didattiche. In pratica chiunque abbia figli dalle medie in su, si è trovato tra le mani, oltre ai moduli per l’iscrizione, anche i bollettini per il pagamento dei contributi a favore della scuola, giustificate con la copertura dei costi necessari per le spese per il laboratorio di scienze e per quello linguistico, per le iniziative di teatro o la biblioteca multimediale. E più la scuola ha un nome prestigioso pià il bollettino è salato. Un contributo garbatamente richiesto a titolo volontario, ma al quale di fatto non ci si può sottrarre. In media tale contributo è di 75 euro, con punte, però, che superano anche i 100. Insomma una vera e propria tassa da pagare anno dopo anno e figlio per figlio, con la ricevuta da presentare al momento dell’iscrizione alla classe successiva. Naturalmente, con un sistema che prevede l’obbligo di frequentare le scuole superiori fino ai 16 anni, tale contributo volontario non è stato mai ben visto dai genitori, che da oggi, potranno, seppur in parte, detrarlo dalle tasse!
 
Francesca

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